Teleriabilitazione: cos’è, tecnologie adoperate e linee guida italiane aggiornate

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Oggi parliamo di teleriabilitazione, uno dei campi in più rapida espansione nella sanità digitale, strettamente connesso alla telemedicina. I pazienti, infatti, che hanno difficoltà a spostarsi o che necessitano di continuità terapeutica anche fuori dall’ambiente clinico possono beneficiare di servizi riabilitativi a distanza grazie all’ausilio delle moderne tecnologie digitali.

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Indice dei contenuti

In che cosa consiste la riabilitazione?

La riabilitazione, in genere, è un percorso multidisciplinare finalizzato a recuperare, mantenere o migliorare le funzionalità fisiche, cognitive, psicologiche o sociali compromesse a causa di malattie, traumi, disabilità o processi degenerativi.

Può includere riabilitazione motoria (movimento, equilibrio, attività fisiche mirate), riabilitazione neuropsicologica (funzioni cognitive come memoria, attenzione e linguaggio), riabilitazione della comunicazione, della deglutizione e finanche dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana.

Quando la riabilitazione avviene a distanza, tramite strumenti digitali e telecomunicazioni, si parla allora di teleriabilitazione.

teleriabilitazione

Quali tecnologie vengono utilizzate nella teleriabilitazione?

Ecco alcuni esempi di tecnologie utilizzate nella teleriabilitazione:

Teleriabilitazione in Italia: come siamo messi?

In Italia, la teleriabilitazione è una pratica regolamentata dall’approvazione, il 18 novembre 2021, da parte della Conferenza Stato-Regioni, di un documento che stabilisce le “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni e servizi di teleriabilitazione da parte delle professioni sanitarie”, ai sensi dell’art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

Questo testo definisce la teleriabilitazione come un’attività che si realizza a distanza mediante tecnologie digitali, ma che dev’essere ben integrata nei percorsi assistenziali offerti dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), in particolare all’interno del progetto riabilitativo individuale (PRI).

Le linee guida aggiornate richiedono che le prestazioni erogate a distanza siano equiparate, in termini di tariffazione, a quelle offerte in presenza, garantendo requisiti di sicurezza, privacy, qualità tecnica e organizzativa sia per le strutture che per i professionisti coinvolti. Inoltre, viene stabilito che la teleriabilitazione non è un sostituto delle modalità tradizionali, al contrario va intesa come una pratica complementare o alternativa, a seconda del caso.

Infine, le strutture pubbliche e private accreditate possono fornire servizi di teleriabilitazione solo nel rispetto delle procedure previste: diagnosi iniziale, definizione degli obiettivi, monitoraggio continuo, responsabilità professionali ben delineate e possibilità di coinvolgimento di caregiver o familiari, qualora ciò migliori il percorso di cura.

Teleriabilitazione cognitiva

La teleriabilitazione cognitiva si rivolge a pazienti con disturbi neurologici, post‐ictus, traumi cranici, decadimento cognitivo lieve (MCI), demenze. L’obiettivo è ripristinare o mantenere funzioni come memoria, attenzione, linguaggio e potenziare le abilità residue.

Viene spesso erogata tramite:

Quanto dura un percorso di riabilitazione?

La durata di un percorso di riabilitazione dipende da molti fattori:

Non esiste quindi un numero fisso di settimane o mesi applicabile universalmente. In Italia, i progetti sperimentali di teleriabilitazione cognitiva spesso prevedono cicli di alcune settimane (per esempio 6-12 settimane) con sedute 2‐3 volte a settimana, ma possono estendersi molto di più, specie per condizioni croniche.

Vantaggi, sfide e prospettive

La teleriabilitazione permette di superare barriere geografiche, migliorare l’accessibilità alle cure e garantire una maggiore continuità terapeutica anche quando il paziente non può recarsi in ambulatorio; soprattutto per persone in aree remote o con mobilità ridotta, rappresenta un valore aggiunto che può tradursi in risparmio di tempo e costi.

Tuttavia, non mancano le difficoltà: l’accesso alla rete spesso inadeguato, la necessità di dispositivi tecnologici idonei, la formazione costante degli operatori sanitari, la protezione dei dati e della privacy e la necessità che le strutture sanitarie adottino protocolli chiari e linee guida aggiornate sono sfide urgenti d’affrontare.

Guardando al futuro, si prevede una maggiore integrazione della teleriabilitazione nei sistemi sanitari territoriali, supportata da politiche pubbliche e finanziamenti volti a sostenere la diffusione equilibrata di questi modelli di cura.

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La teleriabilitazione rappresenta oggi una risposta tanto efficace quanto innovativa per garantire equità, continuità e qualità delle cure.

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